Luca Marinelli, nel prepararsi per il ruolo di Benito Mussolini nella serie M – Il figlio del secolo, ha dovuto confrontarsi con una sfida personale significativa: sospendere il proprio giudizio nei confronti di un personaggio che rappresenta una figura storica tanto controversa e condannata. L’attore, che è dichiaratamente antifascista, ha spiegato di aver intrapreso un processo di distacco emotivo e razionale per poter interpretare il Duce in modo autentico, cercando di capire le motivazioni e le sfumature della sua personalità. Marinelli ha parlato dell’importanza del linguaggio, che ha fornito non solo un ritmo alle sue interpretazioni, ma ha anche contribuito a dare profondità psicologica al personaggio.
Dal canto suo, il regista Joe Wright ha esplorato la complessità di Mussolini in M presentandolo sotto diverse angolazioni: quella politica, quella umana e quella di narratore della propria storia. Wright ha cercato di trovare un equilibrio tra questi aspetti, sottolineando come la sfera personale di Mussolini si intrecci con la sua carriera politica. Una delle tematiche centrali della serie è quella della mascolinità tossica, un concetto che Wright ritiene fondamentale nel caratterizzare i suoi rapporti con le donne, la famiglia e, infine, il suo ruolo sulla scena politica.
La serie cerca così di dare un ritratto sfaccettato di Mussolini, non solo come un politico, ma come un uomo e come colui che ha cercato di plasmare la sua narrazione, convinto della propria missione e potere.
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