Il 19 novembre, Google ha rilasciato con settimane di anticipo la prima beta per sviluppatori di Android 16, suscitando subito un grande interesse tra esperti e sviluppatori. Tra le novità scoperte, spicca la presenza di un’API chiamata “app functions”, destinata a potenziare il sistema operativo grazie all’integrazione dell’assistente digitale Gemini.
Stando a quanto riportato dal giornalista Mishaal Rahman di Android Authority, la novità principale di Android 16 è rappresentata proprio da questa API, che permetterà a Gemini di eseguire azioni all’interno delle app di sistema e di terze parti, separandosi dal codice di base del sistema operativo. In pratica, Gemini sarà in grado di agire su applicazioni di qualsiasi tipo, aprendo nuove possibilità per l’integrazione tra l’IA e l’ecosistema di app Android.
L’API “app functions” permette agli sviluppatori di configurare alcune azioni delle loro app come eseguibili dall’IA. Questo significa che, tramite Gemini, sarà possibile, ad esempio, ordinare cibo, chiamare un taxi o avviare un livestreaming, tutto tramite comandi vocali o altre interazioni naturali con l’assistente. Le funzioni delle app verranno quindi incluse in un elenco di azioni che Gemini potrà eseguire su richiesta dell’utente, migliorando l’esperienza di utilizzo del dispositivo Android.
Questa mossa di Google segue l’orientamento già anticipato da Apple con iOS 18, previsto per il 2025, dove Siri sarà potenziato dall’intelligenza artificiale per svolgere azioni simili, come aprire e interagire con app di terze parti. Con l’introduzione di Gemini e dell’API “app functions”, Android 16 potrebbe dare una risposta al concorrente di Cupertino, mantenendo la leadership nell’integrazione tra AI e app di terze parti.
In sintesi, Android 16 punta su Gemini per diventare un assistente digitale completo, capace di svolgere compiti complessi e utili all’interno di un ecosistema più ampio di applicazioni, rendendo l’interazione con il dispositivo ancora più fluida e potente.