Un nuovo studio ha finalmente risolto uno dei più affascinanti misteri legati ai rinoceronti lanosi, grandi mammiferi che popolavano la Terra durante l’era glaciale. Da anni gli scienziati si interrogavano sulla possibile presenza di una gobba nei rinoceronti lanosi, un tratto che, se confermato, li avrebbe distinti dalle specie moderne. Ora, grazie a un’importante scoperta nella regione della Yakutia, nell’estremo oriente russo, possiamo affermare con certezza che questi animali possedevano una caratteristica gobba, situata dietro la nuca.
La questione della gobba nei rinoceronti lanosi ha suscitato ampio dibattito. Le raffigurazioni artistiche di epoche preistoriche, come quelle nelle grotte di Lascaux e Chauvet, risalenti a circa 20.000 anni fa, avevano spesso raffigurato questi animali con una protuberanza simile. Tuttavia, i paleontologi non erano riusciti a determinare se tale dettaglio fosse frutto dell’immaginazione artistica o di una reale caratteristica fisica.
La svolta arriva grazie alla mummia di un giovane rinoceronte, recentemente estratta dal permafrost. I ricercatori russi, autori dello studio pubblicato su Quaternary Science Reviews, hanno analizzato i resti e confermato la presenza di una gobba ben visibile, sebbene si stia ancora studiando se questa fosse una caratteristica comune a tutti gli esemplari o se riguardasse solo i più giovani.
Secondo i ricercatori, la gobba potrebbe avere avuto una funzione fondamentale durante l’inverno, accumulando grasso per permettere all’animale di sopravvivere alle rigide temperature della glaciazione. Una simile adattabilità, che vediamo anche in altri animali moderni, suggerisce che la gobba potesse anche avere un ruolo nella termoregolazione. Questo grasso, infatti, avrebbe potuto contribuire a mantenere il calore corporeo, proteggendo i rinoceronti dalle temperature estremamente fredde.
Un altro interessante aspetto della scoperta riguarda il mantello dei rinoceronti lanosi: la mummia ha rivelato che questi animali erano ricoperti di peli, proprio come indicato da antiche testimonianze artistiche. Questa nuova conoscenza aggiunge un ulteriore tassello alla comprensione delle straordinarie capacità di adattamento di questa specie preistorica, che ha dovuto affrontare un clima severo e ostile.
La ricerca offre così una visione più completa della vita di questi giganti dell’era glaciale e potrebbe anche aprire la strada a nuove scoperte sul comportamento e sull’evoluzione dei rinoceronti lanosi, gettando luce sul modo in cui questi animali sono riusciti a sopravvivere alle difficili condizioni climatiche dell’epoca.