La Festa del Cinema di Roma ospiterà oggi in anteprima i primi due episodi de “L’amica geniale – Storia della bambina perduta” di Laura Bispuri, quarta stagione della serie tratta dai romanzi di Elena Ferrante. La proiezione si terrà presso la Sala Sinopoli dell’Auditorium Parco della Musica Ennio Morricone a partire dalle ore 21.15. Le due protagoniste, Lila (Irene Maiorino) ed Elena (Alba Rohrwacher), sono ormai giunte all’età adulta, cariche del peso di esistenze tumultuose sospese tra cadute rovinose e improvvise rinascite. “E’ stata una avventura enorme, una sfida grandissima e Saverio (Costanzo, sceneggiatore) mi ha emozionato per la fiducia che ha avuto in me” con queste parole la regista Laura Bispuri ha raccontato in conferenza stampa l’inizio di questo lavoro preso in corsa, in quanto già preceduto dalle serie precedenti. “Avevo grande rispetto verso le stagioni passate, i personaggi, mi sentivo di entrare in punta di piedi ma allo stresso tempo volevo metterci del mio anche con il cambio del cast, portare novità, il mio stile, la mia sensibilità, tutto a servizio della serie – ha proseguito -. L’autrice porta i personaggi e le relazioni con verità ed è quello che provo anche io a fare, con il mio modo di guardare il mondo. E’ stato un lavoro capillare, giorno per giorno. La sfida grande per questa stagione era ripartire da zero con i nuovi attori; abbiamo cercato l’anima di questi personaggi nelle sfumature più piccole”.
Saverio Costanzo ho pensato a lei come regista “perchè ha sempre dimostrato grande eleganza nei suoi lavori ed ha sempre lavorato con personaggi femminili molto pericolosi e qui ce ne sono – è la risposta del regista/sceneggiatore romano -. Ho pensato a lei per la sua anima, non perchè è una donna ecco, nell’arte non credo alla questione di genere. Poi diciamoci la verità: 10 episodi girati dallo stesso regista è una impresa epica, come scalare l’Everest e lei ci è riuscita, non era scontato”. Come non è stato nè scontato nè facile per il nuovo cast vestire i panni di personaggi ormai così popolari e importanti già interpretati da altri attrici ed attori. Alba Rohrwacher per esempio ha avuto un rapporto molto stretto con Margherita Mazzucco che ha interpretato Elena nelle serie precedenti: “Ho cercato di seguire la sua recitazione, di poggiare la mia voce sulla sua. Ci siamo passate il testimone di un personaggio tanto importante, fino a che siamo riuscite a staccarci perchè il momento lo permetteva essendo Elena ormai in un’altra età. Cosa mi ha catturato? Tutto parte da una scrittura geniale, in cui tutto il mondo ha potuto riconoscersi – ha proseguito la Rohrwacher -. Lei è stata per noi uno spirito guida: nel momento del dubbio rileggere le pagine della Ferrante ci rimetteva sul binario. Ha messo in scena l’archetipo dell’amicizia attraverso Lila ed Elena”. Opposto invece l’atteggiamento di Irene Maiorino: “per me è stato un percorso di assoluta solitudine. Il mio personaggio, la mia Lila si stacca piano piano dalla precedente. Non ho mai chiesto di vedere e parlare con l’interprete precedente. Il tema principale è l’amicizia e la Ferrante non fa sconti, indagandone i lati più oscuri, le zone d’ombra, la potenza della diversità, la lotta di genere e di classe e come vengono affrontate in modo diverso dalle due protagoniste”.
Chi invece ha tentennato sull’accettare il ruolo è stato Fabrizio Gifuni: “ero a digiuno riguardo questi libri della Ferrante quindi quando ho fatto il provino sapevo pochissimo del mio personaggio, non ne conoscevo soprattutto l’epica, diciamo che mi hanno teso un trappolone! – ha esclamato sorridendo -. Mi sono chiesto se avevo voglia di passare un anno in compagnia di questo individuo, ho avuto un tentennamento. Lui è una specie di catalizzatore di negatività. Io normalmente cerco gli angoli bui nei personaggi che devo interpretare ma qui era l’opposto: cercavo brandelli di luce. Nino Salvatore del quarto volume è un caso a parte, è la caduta, la trasformazione in un uomo ridicolo. Bisognava raccontare questo. Mi dovevo caricare sulle spalle il tonfo, la caduta, ma la passione per il mio lavoro mi ha fatto proseguire. Ho trovato momenti di luce nella dimensione tragica, lui ha la maledizione della stirpe: replica quanto fatto dal padre, se possibile peggiorandolo. Anche io ho dovuto affrontare la difficoltà di prendere il testimone e passare dal ragazzetto al mostro finale”.
– Foto xi9/Italpress –