Negli ultimi giorni, notizie allarmanti sulla Stazione Spaziale Internazionale (ISS) hanno sollevato preoccupazioni tra gli appassionati di esplorazione spaziale e gli esperti del settore. Secondo alcune dichiarazioni di ingegneri della NASA, l’ISS, operativa dal 1998, sta mostrando segni evidenti di deterioramento, con la comparsa di nuove crepe e perdite d’atmosfera che potrebbero compromettere la sicurezza degli astronauti a bordo.
Le problematiche sembrano essere particolarmente accentuate nella sezione russa della stazione, dove i portelloni tra i vari moduli presentano difetti. I cosmonauti sono stati istruiti a limitare l’apertura di queste aperture e a segnalare tempestivamente eventuali crepe a ROSCOSMOS, l’agenzia spaziale russa. Anche i moduli più frequentemente utilizzati dagli astronauti statunitensi ed europei mostrano segni di affaticamento, spingendo la NASA a pianificare, in collaborazione con SpaceX, strategie di evacuazione rapida.
Nonostante le preoccupazioni crescenti, dirigenti della NASA, tra cui l’amministratore Bill Nelson, hanno cercato di minimizzare l’entità del problema attraverso dichiarazioni pubbliche rassicuranti. Tuttavia, la situazione rimane critica, soprattutto alla luce dei costi annuali di mantenimento della stazione, che superano i 4 miliardi di dollari. Questo investimento è, tuttavia, considerato contenuto rispetto alle spese militari dei paesi coinvolti nel programma.
Con l’inevitabile dismissione della ISS prevista per dopo il 2031, le agenzie spaziali internazionali stanno programmando la manovra di rientro controllato della stazione verso il punto Nemo, un’area dell’Oceano Pacifico designata per il recupero di oggetti spaziali. Nel frattempo, la comunità scientifica continua a monitorare attentamente la salute della stazione, consapevole che il suo stato attuale potrebbe avere ripercussioni significative sul futuro dell’esplorazione spaziale.