Un recente ritrovamento archeologico nella fattoria Fjörður, a Seydisfjordur, in Islanda, ha rivelato un giocattolo vichingo che ha suscitato curiosità e dibattito tra esperti e appassionati. Questo piccolo oggetto, realizzato in pietra vulcanica e databile a oltre mille anni fa, presenta caratteristiche che sembrano unire le sembianze di tre diversi animali: un maiale, un orso e un cane islandese.
Le dimensioni contenute del giocattolo, lungo solo 5 cm e alto 2,7 cm, non impediscono di attirare l’attenzione degli archeologi, che hanno scoperto oltre 600 manufatti nel sito dal 2018. La prima interpretazione lo identificava come un maiale, animale comunemente allevato dai Vichinghi. Tuttavia, l’ipotesi che potesse rappresentare un orso ha preso piede, soprattutto considerando che questa specie, sebbene non nativa dell’Islanda, era occasionalmente vista grazie ai movimenti di orsi polari dalla Groenlandia.
La situazione si è complicata ulteriormente quando è stata creata una versione in 3D del giocattolo e condivisa sui social media. Gli utenti hanno iniziato a suggerire che l’animale rappresentato potesse essere un cane islandese. Tuttavia, i ricercatori, esaminando l’oggetto, hanno escluso quest’ultima possibilità.
Scoperto all’interno di una capanna risalente tra il 940 e il 1000 d.C., il giocattolo è stato trovato insieme a circa 100 pezzi di un gioco da tavolo vichingo chiamato “hnefatafl”, anch’essi scolpiti nella stessa pietra. Gli studiosi ipotizzano che il giocattolo fosse stato creato utilizzando materiali avanzati dell’epoca per intrattenere un bambino, rivelando così aspetti della vita quotidiana dei Vichinghi. Questo ritrovamento non solo arricchisce la nostra comprensione della cultura vichinga, ma solleva anche interrogativi affascinanti sull’identità dell’animale rappresentato e sul significato che questo giocattolo poteva avere.