Il termine “software” che conosciamo oggi, riferito ai programmi e alle applicazioni informatiche, ha una storia affascinante e non così scontata. Sebbene il matematico e statistico statunitense John W. Tukey abbia coniato il termine nel 1957 per descrivere il concetto di programmi informatici, il termine ha origini ben più lontane e una storia interessante che risale alla Seconda Guerra Mondiale.
Durante la guerra, l’esercito britannico, sotto la guida di Alan Turing, utilizzava il dispositivo Enigma per cifrare le comunicazioni. La macchina Enigma era una delle principali tecnologie per la crittografia utilizzata dai tedeschi per mantenere segrete le loro comunicazioni militari. Tuttavia, il sistema Enigma non permetteva di stampare i messaggi cifrati, costringendo gli operatori a trascrivere a mano i codici su fogli di carta speciali.
Per facilitare la distruzione di questi documenti, i fogli erano realizzati con materiali solubili in acqua. Questi materiali, considerati più “morbidi” o “tenderi”, venivano quindi distrutti con facilità. La parola “software” veniva usata per descrivere questi fogli di carta deperibili, in contrapposizione al termine “hardware”, che indicava le macchine e le attrezzature fisiche coinvolte nella produzione e decodifica dei messaggi.
Questa origine storica del termine rivela un uso molto diverso da quello odierno, ma mette in luce l’evoluzione del linguaggio e della tecnologia nel corso degli anni.