L’intelligenza artificiale entrerà nei tribunali e negli ospedali: le nuove norme approvate tra le polemiche (e l’ombra di Musk)

L’intelligenza artificiale continua a trasformare settori cruciali della società, suscitando sia entusiasmi che preoccupazioni. Mentre la tecnologia avanza, anche le istituzioni si trovano a dover affrontare il compito di regolamentarne l’utilizzo. Il Senato italiano ha compiuto un passo significativo verso la regolamentazione dell’IA, approvando il disegno di legge voluto dal governo Meloni, che mira a stabilire i principi di applicazione della tecnologia nel settore pubblico.

Il disegno di legge, intitolato “Disposizioni e deleghe al Governo in materia di intelligenza artificiale”, è stato approvato il 20 marzo 2025 con 85 voti favorevoli, 42 contrari e nessun astenuto. Ora dovrà essere esaminato e approvato dalla Camera dei deputati per diventare legge. La proposta ha suscitato un ampio dibattito e, come spesso accade, non sono mancate le polemiche. Il suo contenuto, che mira a introdurre una regolamentazione per un settore che ha ancora effetti imprevedibili, ha infatti innescato discussioni politiche che hanno coinvolto anche personalità influenti come Elon Musk, la cui presenza nel dibattito non è passata inosservata.

Il testo del disegno di legge prevede diverse novità significative. Innanzitutto, viene introdotto il consenso genitoriale obbligatorio per i minori di quattordici anni nell’uso dell’intelligenza artificiale, una misura che intende proteggere i giovani da potenziali rischi legati alla tecnologia. Inoltre, viene istituito un osservatorio sull’adozione di sistemi di IA nel mondo del lavoro, che servirà a monitorare gli sviluppi della tecnologia e il suo impatto sui posti di lavoro. Il disegno di legge si occupa anche di regolamentare l’uso dell’intelligenza artificiale nei processi giudiziari, un campo in cui l’IA potrebbe contribuire a migliorare l’efficienza dei tribunali e la gestione dei casi.

Un altro aspetto fondamentale riguarda l’ambito sanitario. Il disegno di legge stabilisce che l’utilizzo di algoritmi intelligenti dovrà supportare il miglioramento del sistema sanitario, contribuendo alla prevenzione, diagnosi e cura delle malattie. Naturalmente, tutti questi utilizzi dovranno rispettare i diritti, le libertà e gli interessi delle persone, in particolare per quanto riguarda la protezione dei dati personali, un tema sempre più rilevante con la crescente digitalizzazione dei servizi.

L’introduzione di queste normative avviene in un contesto di crescente interesse per l’intelligenza artificiale, che promette di migliorare diversi settori, ma anche di suscitare preoccupazioni legate alla privacy e all’etica. L’IA potrebbe entrare, ad esempio, nelle aule dei tribunali per migliorare l’efficienza dei processi, ma solleva anche interrogativi sulla trasparenza delle decisioni e sull’affidabilità degli algoritmi. Allo stesso modo, in ambito sanitario, l’uso di IA per diagnosticare e trattare malattie potrebbe migliorare enormemente la qualità delle cure, ma porta con sé il rischio di errori tecnici o di violazione della privacy dei pazienti.

Questo passo legislativo, sebbene accolto con favore da alcuni, ha suscitato resistenze, soprattutto in merito al timore che l’adozione dell’IA possa amplificare le disuguaglianze o essere mal utilizzata da entità governative e private. Il dibattito è destinato a continuare nei prossimi mesi, mentre l’Italia si prepara a fare i conti con l’adozione e la regolamentazione di una tecnologia che potrebbe cambiare radicalmente il nostro modo di vivere e lavorare.

In conclusione, l’intelligenza artificiale sta entrando a grandi passi nel cuore dei settori pubblici, tra polemiche politiche e ottimistiche prospettive di sviluppo. La regolamentazione voluta dal governo Meloni segna un passo importante in questo processo, ma il futuro dell’IA in Italia dipenderà dalla capacità di bilanciare innovazione e protezione dei diritti fondamentali dei cittadini.

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