Site icon Play Radio

La cinghia di distribuzione sempre più in disuso: la situazione nel mondo automobilistico

La cinghia di distribuzione sembra ormai sempre più in disuso fra i motori delle autovetture, e anche nei propulsori “famigerati”, come ad esempio il tanto chiacchierato 1.2 PureTech, montato su moltissime auto Stellantis, è scomparsa.

Sostituire la cinghia di distribuzione è una delle operazioni più costose per un automobilista, ma sono sempre di meno i proprietari che devono recarsi nelle officine per questo problema. Il sopracitato PureTech da 1,2 litri oggi è totalmente diverso rispetto alla prima versione che anche di recente ha causato un altro, ennesimo richiamo.

Ford aveva un motore 1.0 Ecoboost con cinghia di distribuzione, a cui però ha subito rinunciato, mentre in Renault si utilizza la catena (e non la cinghia), ormai da anni, almeno per quanto riguarda i motori a benzina. Stesso percorso seguito da BMW e Mercedes (anche con i diesel), nonché da Porsche e da tutti i produttori giapponesi e coreani.

Anche l’azienda numero uno al mondo, Ferrari, ha rinunciato da tempo alla cinghia di distribuzione, anche perché sostituirla rappresentava un’operazione costosissima in quanto bisognava rimuovere l’intero motore. Questo “pezzo di gomma” risulta quindi essere oggi impopolare rispetto ad un tempo, e anche se presentava diversi vantaggi come la silenziosità e la riduzione dei consumi, sono stati troppi negli anni gli svantaggi, tali da giustificarne la sua sparizione.

Attenzione però, perché ci sono ancora case che utilizzano la cinghia nei propri motori. In Germania c’è ad esempio Volkswagen, secondo produttore al mondo di auto, che dopo aver utilizzato per anni la catena nei suoi motori più popolari come ad esempio il 1.2 e il 1.4 TSI, è tornato alla cinghia, e paradossalmente l’affidabilità è migliorata.

Del resto la catena non è sempre garanzia di affidabilità, e basti pensare ad alcuni motori come il 1.6 THP ex PSA o l’N47/N57 di BMW che hanno riscontrato diversi problemi. Come dimenticarsi poi del noto diesel 1.5 BlueHDi di Stellantis, dove esiste la catena, anche se solo per azionare gli alberi a camme.

C’è poi la “coraggiosa” Ford che ha addirittura un motore, il 2.0 EcoBlue, che ha la cinghia di distribuzione a bagno d’olio, quella che ha creato un sacco di problemi nel 1.2 PureTech. Ma a differenza di quanto avvenuto con il motore ex PSA, il propulsore dell’Ovale Blu ha dato molti meno grattacapi agli automobilisti, se non ai possessori di Transit.

In generale si può quindi concludere che la cinghia di distribuzione è sempre più rara, ma ci sono ancora produttori, Volkswagen su tutti, che la preferiscono alla catena.

The post La cinghia di distribuzione sempre più in disuso: la situazione nel mondo automobilistico first appeared on ADN24.

Exit mobile version