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Crisi dell’auto in Italia: un 2024 di difficoltà tra calo delle vendite e transizione elettrica lenta

Il settore automobilistico in Italia e in Europa sta attraversando una delle crisi più profonde degli ultimi decenni. I dati parlano chiaro: le immatricolazioni continuano a calare, e la transizione verso l’elettrico fatica a decollare. In un contesto di trasformazione globale, il mercato europeo sembra essere intrappolato in una “tempesta perfetta” che colpisce duramente l’industria automobilistica, con ripercussioni significative sul tessuto economico del continente.

Nel 2024, il mercato italiano delle automobili ha registrato un calo delle immatricolazioni pari allo 0,5% rispetto all’anno precedente, segnando un crollo del 18,7% rispetto ai livelli del 2019, anno pre-pandemia. Questa situazione evidenzia la difficoltà del settore a tornare ai volumi precedenti, nonostante il Pil nazionale abbia già superato i livelli del 2019. Il mese di dicembre ha visto vendite inferiori del 4,93% rispetto allo stesso mese del 2023, confermando una tendenza negativa persistente.

Anche un colosso come Stellantis non è immune a questa crisi. Nel 2024, il gruppo ha immatricolato in Italia 452.615 veicoli, segnando un calo del 9,9% rispetto all’anno precedente. La sua quota di mercato è scesa al 29%, con una diminuzione di tre punti percentuali rispetto al 2023. Fiat, uno dei marchi di punta del gruppo, ha visto un calo delle immatricolazioni del 41,1% a dicembre, sebbene rimanga il marchio più venduto in Italia con 143.867 auto nel 2024. Altri marchi del gruppo, come Maserati, Lancia, DS e Alfa Romeo, hanno subito cali ancora più drastici, con riduzioni superiori al 40% rispetto al 2023.

Nonostante le difficoltà, alcuni modelli continuano a mantenere la loro popolarità tra gli italiani. La Fiat Panda, prodotta nello stabilimento di Pomigliano, è rimasta la vettura più acquistata, con oltre 4.500 immatricolazioni nel solo mese di dicembre e circa centomila durante l’intero anno. Nel segmento dei veicoli commerciali, Fiat Professional ha dominato il mercato con il Ducato, prodotto a Atessa, che ha registrato poco meno di ventimila vendite.

Nel panorama dei SUV, il Jeep Avenger ha conquistato la posizione di SUV più venduto in Italia e il terzo modello più venduto in assoluto. Questo veicolo si è anche posizionato tra i primi cinque modelli 100% elettrici del mercato italiano, dimostrando che, sebbene la transizione verso l’elettrico sia lenta, ci sono segnali di crescita in alcuni segmenti specifici.

La crisi ha colpito anche i livelli occupazionali, con un aumento dell’uso degli ammortizzatori sociali e chiusure anticipate che hanno coinvolto circa 20.000 lavoratori. Ferdinando Uliano, segretario generale della Fim-Cisl, ha descritto il 2024 come “l’anno nero di Stellantis”, sottolineando come tutti gli stabilimenti abbiano registrato una produzione negativa per la prima volta dopo due anni di crescita.

In questo contesto di difficoltà, la strada verso il recupero appare complessa. La transizione verso veicoli a emissioni zero, promossa dall’Unione Europea, sembra ancora lontana dall’obiettivo di sostituire completamente i veicoli tradizionali entro il prossimo decennio. La crisi del settore automobilistico non riguarda solo l’Italia, ma si estende a livello globale, con alcune eccezioni come la Spagna, che ha registrato una ripresa nel 2024 con un aumento delle vendite del 7,1%.

Il futuro dell’industria automobilistica europea dipenderà dalla capacità di adattamento alle nuove sfide tecnologiche e ambientali, nonché dalla resilienza delle sue imprese e dei suoi lavoratori.

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