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La Commissione Europea difende il Digital Services Act: “nessuna censura”

La libertà di espressione è un principio fondamentale al centro del Digital Services Act (DSA), la normativa europea che stabilisce le regole per la gestione dei contenuti online da parte degli intermediari digitali. In risposta alle recenti preoccupazioni sollevate dal fondatore di Facebook, Mark Zuckerberg, la Commissione Europea ha voluto chiarire che il DSA non impone la rimozione di contenuti leciti, ma si concentra sulla lotta ai contenuti illegali.

Un portavoce della Commissione, interpellato dall’ANSA, ha precisato che “la moderazione dei contenuti non significa censura”. La normativa, infatti, è pensata per garantire un equilibrio tra la protezione degli utenti da contenuti dannosi e la tutela dei diritti fondamentali, come la libertà di espressione e d’informazione.

Il Digital Services Act stabilisce le responsabilità per piattaforme come Facebook, YouTube e altre, obbligandole a intervenire contro contenuti che violano le leggi, come quelli che incitano alla violenza, alla discriminazione o alla diffusione di disinformazione. Tuttavia, il DSA sottolinea che non si tratta di una censura generalizzata, ma di misure per contrastare contenuti che siano effettivamente dannosi o illegali, nel pieno rispetto delle libertà individuali.

La Commissione Europea ha ribadito che la normativa è un passo importante per garantire un internet più sicuro, evitando che piattaforme di grande portata diventino veicoli per attività illegali, senza compromettere i diritti degli utenti di esprimersi liberamente.

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