Hollywood si trova nuovamente al centro di una controversia, questa volta coinvolgendo l’attrice Blake Lively e il regista Justin Baldoni, co-protagonista del film Siamo noi a dire basta. L’attrice ha presentato una denuncia formale al Dipartimento dei Diritti Civili della California, accusando Baldoni di molestie sessuali e di aver orchestrato un piano per screditare la sua reputazione.
Le accuse
La denuncia, emersa tramite l’Associated Press e riportata dal New York Times, nomina Baldoni e la casa di produzione Wayfarer Studios come imputati. Secondo Lively, durante le riprese del film, avrebbe subito “ripetute molestie” e, dopo aver denunciato i fatti insieme al marito, l’attore Ryan Reynolds, si sarebbe trovata al centro di un sofisticato piano di ritorsione.
Secondo quanto riportato, questo piano avrebbe incluso:
- La diffusione di teorie diffamatorie sui social media e forum online.
- La pubblicazione di articoli critici per danneggiare la sua immagine.
- La creazione di una campagna mediatica per screditarla.
Baldoni, inoltre, sarebbe stato accusato di abbandonare improvvisamente il piano di marketing del film e di sfruttare contenuti legati alla violenza domestica per proteggere la propria immagine pubblica.
La risposta degli imputati
Il legale di Baldoni e dello studio ha respinto categoricamente le accuse, definendole “false, oltraggiose e intenzionalmente scandalose”. Inoltre, ha affermato che la gestione della crisi durante la produzione era dovuta alle “molteplici richieste e minacce” attribuite alla Lively, tra cui la possibilità di non presentarsi sul set o rifiutarsi di promuovere il film.
Le dichiarazioni di Blake Lively
L’attrice ha ribadito il suo impegno nel denunciare questi comportamenti e nel proteggere chi si trova in situazioni simili. “Spero che questa causa contribuisca a smascherare tattiche di ritorsione che intimidiscono chi ha il coraggio di parlare,” ha dichiarato al Times.
Il contesto
Siamo noi a dire basta, uscito ad agosto, è l’adattamento del romanzo bestseller di Colleen Hoover, un’opera che affronta temi delicati come la violenza domestica. La controversia rischia ora di offuscare il messaggio del film, spostando l’attenzione sul presunto ambiente tossico che si sarebbe creato durante la sua produzione.
Implicazioni future
L’accusa di Blake Lively potrebbe avere ripercussioni significative su Hollywood, aprendo un nuovo capitolo nel dibattito sul potere, le molestie e le dinamiche di ritorsione nell’industria cinematografica. La vicenda rappresenta un altro esempio di come le star stiano cercando di rompere il silenzio su comportamenti inappropriati, alimentando il movimento globale per la trasparenza e il rispetto nel mondo dello spettacolo.