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Alaska baby, il documentario di Cesare Cremonini

Alaska baby, il documentario di Cesare Cremonini
ADN24

“Sto camminando su un lago ghiacciato a 8.100 chilometri da casa.” Con questa frase si apre Alaska Baby, il documentario uscito il 18 dicembre su Disney+ in cui Cesare Cremonini racconta la sua esperienza di viaggiatore. Un viaggio che lo porta lontano da Bologna, dalla sua Italia e dal successo, per decomprimere, riflettere e ripensarsi.

Il documentario nasce come appendice dell’album omonimo, pubblicato il 29 novembre, e segue una formula di confessione e autoanalisi. Cremonini percorre una lunga strada on the road, da Saint John’s ad Antigua, attraversando gli Stati Uniti, per arrivare in Alaska, alla ricerca di un “processo di spegnimento dell’ego”. Il documentario, diretto da Ivan D’Ignoti, esplora la sua interiorità in relazione agli spazi sconfinati degli Stati Uniti, che diventano una metafora del suo percorso creativo e personale.

Nonostante il tono intimo e riflessivo, il documentario si interrompe bruscamente dopo mezz’ora, un tempo troppo esiguo per raccontare a fondo il viaggio e le riflessioni di Cremonini. L’impostazione iniziale lascia spazio alla genesi di alcune delle tracce dell’album, ma la brevità dell’opera non permette di sviluppare pienamente il flusso di coscienza che sembrava promettere. Alaska Baby rimane quindi un progetto incompleto, che purtroppo non svela tutto il potenziale del materiale raccolto durante il viaggio.

Alaska baby, il documentario di Cesare Cremonini

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