ROMA (ITALPRESS) – Cosa succede quando la Legge, il valore più alto nella vita di una giudice, si scontra con il desiderio di farsi giustizia da sé? A raccontarlo arriva su Rai1 (da martedì 19 novembre) “Libera”, serie interpretata da Lunetta Savino, Matteo Martari, Claudio Bigagli e Gioele Dix. La storia è quella di Libera Orlando (Savino), giudice del tribunale di Trieste, che riesce a mettersi sulle tracce dell’uomo che ritiene colpevole della morte di sua figlia Bianca, avvenuta quindici anni prima. Ad aiutarla nella ricerca del colpevole dell’omicidio creduto finora un suicidio sarà Pietro Zanon (Martari), un pregiudicato con cui tenterà di scoprire il mistero nascosto dietro la morte di Bianca. La collaborazione con un criminale che entra ed esce di galera la costringerà a portare avanti una doppia vita per impedire ai colleghi ma anche all’ex marito Davide (Bigagli), a sua sorella Isabella (Monica Dugo), alla nipote Clara (Daisy PIeropan) e a Ettore Rizzo (Dix), affascinante magistrato che ha iniziato a corteggiarla di venire a conoscenza dell’insolito sodalizio. Il tutto con lo sfondo di una Trieste elegante e ordinata ma, insieme, piena di misteri e di zone d’ombra.
Definendosi una «divoratrice delle serie legal sulle piattaforme», la Savino descrive Libera come «un personaggio molto sfaccettato, una giudice che ama il suo lavoro e che ha faticato molto per arrivare dove è arrivata. Me la immagino come una Ulisse in gonnella dei giorni nostri, una che affronta tante sfide difficili contemporaneamente». E, anche, «una donna in affanno che ha giornate pienissime tra il lavoro, la nipote e i sensi di colpa verso sua figlia Bianca perché pensa di non essere stata una buona madre. Mi piacciono – dice l’attrice – i suoi ritorni a casa dopo avere affrontato situazioni al limite della legge, dove non trova ad aspettarla un marito ma una sorella e una nipote. È un racconto molto insolito».
Matteo Martari, ancora una volta alle prese con un personaggio con luci e ombre, definisce Pietro Zanon «un uomo che porta con sé un dramma, il suo approccio scoordinato alla vita e la sua incapacità di aderire alle regole della società lo rendono entusiasmante. Con lui – anticipa l’attore – la giudice con lui talvolta abbozza, talvolta punisce e talvolta si presta chiudendo tutti e due gli occhi perché uno solo non basterebbe. È l’unico con cui lei si permette di mancare alla giustizia».
Poi ci sono l’ex marito Davide («Condivide con Libera il dramma della morte della figlia ma si è appena risposato con una donna molto più giovane da cui aspetta un figlio e questo lo fa sentire in imbarazzo nei suoi confronti» dice Bigagli) ed Ettore Rizzo, il magistrato che corteggia la protagonista: «È un personaggio un po’ complicato, è solare ma ha una zona oscura. Come Libera cerca l’equità e la loro storia ci permette di parlare delle relazioni sentimentali tra due persone non più giovanissime» afferma Gioele Dix. Che sui magistrati aggiunge: «Mio padre faceva l’avvocato e diceva: “Speriamo che il giudice oggi sia di buon umore”. Ci sono formule astratte come quella del giudice super partes ma è, appunto, qualcosa di astratto. I magistrati non sono alieni ma persone che possono anche essere soggetto o oggetto di pressione. Noi – conclude – raccontiamo magistrati con una buona integrità morale, consapevoli dell’importanza del loro lavoro che a volte si trovano a decidere all’interno di conflitti che si creano con gli altri magistrati con cui possono esserci gelosie ed inimicizie anche personali».
“Libera” è una co-produzione Rai Fiction e 11 Marzo Film; la regia è di Luca Mazzella.
-foto ufficio stampa Rai –
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