Un recente studio condotto in Svizzera ha rivelato una preoccupante presenza di sostanze chimiche per- e polifluoroalchiliche (PFAS) nel sangue di cittadini di tutte le età, compresi i bambini. Questi composti, noti per la loro resistenza e proprietà idrorepellenti, sono stati utilizzati in numerosi prodotti, dai rivestimenti per pentole ai tessuti, ma la loro accumulazione nel corpo umano solleva gravi preoccupazioni per la salute.
Lo studio, pubblicato dalla rivista Saldo, ha analizzato i campioni di sangue di 35 persone provenienti da vari cantoni svizzeri, evidenziando livelli significativi di PFAS, in particolare dell’acido perfluoroottanoico (PFOA) e dell’acido perfluorottano sulfonico (PFOS). I risultati sono allarmanti: quasi tutti i partecipanti presentavano tracce di PFAS nel sangue, con concentrazioni particolarmente elevate tra i bambini e le persone anziane.
La situazione è stata aggravata dai legami tra l’esposizione a queste sostanze e problemi di salute come malattie cardiovascolari, danni al fegato e persino il cancro. In Svizzera, sebbene alcuni PFAS siano stati parzialmente vietati negli ultimi anni, molti altri continuano a essere utilizzati senza normative severe, creando un rischio persistente per la popolazione.
Gli esperti avvertono che senza azioni decisive per ridurre l’esposizione ai PFAS, i livelli di queste sostanze continueranno a crescere. È necessaria una maggiore protezione della salute pubblica attraverso misure che garantiscano la qualità dell’acqua potabile e la sicurezza alimentare.
Questa nuova evidenza sui PFAS, già nota in altri paesi, come l’Italia, dove situazioni di contaminazione sono state documentate, mette in luce la necessità di una maggiore consapevolezza e azioni concrete per affrontare questa minaccia. La questione dei PFAS non è solo un problema ambientale, ma un’emergenza sanitaria che richiede un intervento immediato da parte delle autorità competenti.