il futuro dei motori a combustione interna secondo Matias Giannini

In un momento storico in cui l’industria automobilistica è in piena transizione verso l’elettrificazione, c’è ancora spazio per i motori a combustione interna. Ne è convinto Matias Giannini, amministratore delegato di Horse, la joint venture nata dalla collaborazione tra Renault e Geely per produrre propulsori tradizionali ma con una visione verso il futuro. Horse ha come obiettivo innovare il settore, sviluppando motori a combustione più sostenibili ed efficienti, capaci di affiancare la transizione all’elettrico senza essere immediatamente soppiantati.

Horse è progettata per unire le competenze tecnologiche di Renault e Geely nella creazione di motori e trasmissioni, puntando su investimenti orientati alla sostenibilità. L’interesse è principalmente quello di spingere la ricerca su carburanti alternativi, come gli e-fuel, e sviluppare motori ibridi avanzati, esclusi quelli mild, che Giannini considera insufficienti per gli standard di efficienza futura. L’ibrido classico, invece, rimane per Horse un terreno fertile per ottenere prestazioni elevate, maggiore efficienza e riduzione delle emissioni.

Horse si avvia verso una nuova fase strategica: l’entrata di Aramco nell’azionariato apre le porte a una collaborazione importante con il settore petrolifero, offrendo un supporto sia finanziario che tecnologico per accelerare lo sviluppo di carburanti a basse emissioni. La compagnia punta a espandersi sul mercato globale e servire non solo Renault e Geely, ma anche altri costruttori automobilistici, con l’intento di stringere collaborazioni industriali più profonde che vadano oltre la semplice fornitura.

Horse si presenta come un polo di innovazione, pronto a rispondere alle sfide del mercato automobilistico in continua evoluzione. Con soluzioni ibride ad alta efficienza e un focus sugli e-fuel, la joint venture punta a coprire un’ampia quota di mercato, stimata intorno all’80%, grazie a tecnologie che uniscono affidabilità e sostenibilità.

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