Serie A contro Google: la battaglia per la pirateria

La Lega di Serie A ha deciso di intraprendere azioni legali contro Google, accusando il gigante tecnologico di non fare abbastanza per combattere la pirateria online. La questione centrale riguarda la presenza di oltre 20.000 siti di streaming illegale che permettono agli utenti di guardare le partite di calcio senza alcun abbonamento legittimo. Nonostante la richiesta di rimuovere i link a questi siti dai risultati di ricerca, Google non ha adottato le misure necessarie per affrontare il problema, lasciando gli utenti con accesso facile a contenuti protetti.

La situazione si è aggravata dopo che la Lega ha inviato una diffida formale a Google, lamentando risposte automatiche ritenute inadeguate e una mancanza di azioni concrete. A complicare ulteriormente le cose, ci sono anche applicazioni illegali disponibili sul Google Play Store che facilitano lo streaming non autorizzato delle partite. Questo è particolarmente preoccupante in un momento in cui DAZN, il principale fornitore di diritti di trasmissione, è già sotto esame per problemi legati a comunicazioni errate riguardo alla pirateria.

Il commissario dell’AGCOM ha evidenziato l’inaccettabilità della situazione, sottolineando che è scandaloso che digitando “streaming” su Google si possano trovare numerose app che violano le normative. Ha sollecitato una maggiore collaborazione tra le organizzazioni sportive e le piattaforme tecnologiche per trovare soluzioni efficaci e proteggere i diritti d’autore.

Questo episodio evidenzia la necessità di una risposta più coordinata e tempestiva da parte delle aziende tecnologiche, affinché possano contribuire a un ambiente più sicuro per i contenuti digitali e garantire che i tifosi possano godere delle partite senza dover ricorrere a pratiche illecite.

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