Recenti ricerche suggeriscono che giocare ai videogiochi durante l’infanzia possa avere un impatto positivo sulle carriere professionali, portando a stipendi più elevati e a maggiori opportunità di promozione. Un sondaggio condotto su un campione di americani ha rivelato che coloro che da bambini erano appassionati di videogame guadagnano mediamente 5.451 dollari in più rispetto ai loro coetanei che non giocavano. I giocatori di titoli come FIFA, in particolare, tendono a ottenere compensi più alti rispetto a chi gioca su PC.
I risultati non si limitano agli stipendi; il 71% dei partecipanti ha dichiarato di aver ricevuto almeno una promozione nel corso della propria carriera. Questo fenomeno ha spinto molti genitori a consentire ai propri figli di giocare, ritenendo che i videogiochi possano sviluppare abilità come il problem solving e stimolare la creatività.
Un’analisi della comunità online dei videogiocatori ha anche messo in luce che i giocatori di titoli strategici come League of Legends mostrano un’intelligenza superiore, evidenziata dall’uso di un linguaggio più complesso nei loro commenti. Questi dati sembrano confermare che l’interazione con i videogiochi può non solo migliorare le capacità cognitive, ma anche influenzare positivamente le performance scolastiche.
Infine, uno studio del National Institutes of Health ha scoperto che i videogiocatori presentano una maggiore attività cerebrale in aree chiave legate alla memoria e alla risoluzione dei problemi, suggerendo che l’esperienza videoludica possa contribuire a sviluppare una mente più agile ed efficiente. Mentre ci sono preoccupazioni sui potenziali effetti negativi dei videogiochi, è chiaro che, se gestiti correttamente, possono offrire significativi vantaggi professionali e personali.