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SAI CHE… Cos’è il Carato?

Scoprire l’origine e l’evoluzione di un’unità di misura fondamentale nel mondo dei metalli preziosi

Quando si parla di carati, si fa riferimento a un concetto ricco di storia e significato. Ma quanti sanno davvero cosa significhi? Questo articolo ci accompagnerà attraverso le origini etimologiche del termine e il suo uso attuale, illuminando un viaggio che attraversa diverse culture e epoche.

Il termine “carato” affonda le sue radici in un’antica tradizione: deriva dall’arabo “Gīrāṭ”, che significa “ventiquattresima parte”. La connessione con il carrubo, un albero le cui sementi presentano un peso sorprendentemente uniforme, è fondamentale. Infatti, i semi di carruba, pesanti circa 0,2 grammi, furono utilizzati come riferimento per questa unità di misura.

Nella metallurgia, il carato assume significati differenti: è sia una misura di peso (0,2 grammi) sia un indicatore di purezza per l’oro e altre leghe. Ad esempio, l’oro è misurato in carati su una scala di 24, dove 24 carati rappresentano l’oro puro. Al contrario, nel caso dei diamanti, il carato misura il peso e non la dimensione, un aspetto spesso confuso.

La storia del carato si intreccia con le pratiche commerciali e culturali di diversi secoli. Sebbene utilizzato fin dall’antichità, la formalizzazione del carato come unità di misura riconosciuta avvenne nel XIX secolo. Nel 1832, in Sudafrica, il carato venne legato al sistema metrico decimale, aprendo la strada all’adozione ufficiale del “carato metrico” nel 1907, stabilendo un valore univoco e standardizzato.

Oggi, il carato è una misura universale, essenziale nel commercio dei metalli preziosi e dei gioielli, mantenendo viva una tradizione secolare che continua a affascinare e a generare interesse.

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