Negli anni ’70, un’ipotesi sorprendente si diffuse tra scienziati e media: la Terra stava per affrontare una nuova era glaciale. Questa teoria, che oggi appare superata, nacque da osservazioni di un calo delle temperature tra gli anni ’40 e ’70. Un periodo di raffreddamento temporaneo venne interpretato da alcuni come segnale di un cambiamento climatico di portata epocale.
L’idea di un imminente raffreddamento globale trovò una parziale giustificazione negli studi scientifici dell’epoca, che cercavano di spiegare il fenomeno attribuendolo in parte all’aumento dell’inquinamento da aerosol. Queste particelle, immesse nell’atmosfera a causa dell’attività umana, avevano la capacità di riflettere la luce solare, contribuendo così a un temporaneo calo delle temperature in alcune regioni.
Nonostante queste teorie allarmistiche, mancavano prove sufficienti per confermare una tendenza globale al raffreddamento. Con l’introduzione di strumenti di analisi più avanzati negli anni successivi, si scoprì che l’impatto degli aerosol era circoscritto e limitato nel tempo. A partire dagli anni ’80, le temperature globali iniziarono a risalire, segnalando l’inizio di una nuova fase di riscaldamento che metteva in discussione la teoria del raffreddamento.
Grazie ai progressi nello studio dei gas serra, in particolare dell’anidride carbonica (CO2), la comunità scientifica comprese che era il riscaldamento globale, piuttosto che un’era glaciale, la vera minaccia incombente. Le emissioni umane, attraverso l’uso di combustibili fossili, stavano intensificando l’effetto serra, portando a un aumento delle temperature su scala planetaria.
Questa errata previsione degli anni ’70, anche se oggi è spesso usata da scettici del cambiamento climatico, è stata in realtà un punto di svolta per la climatologia. Ha mostrato quanto complesse siano le interazioni atmosferiche e quanto sia importante una continua ricerca per comprendere il nostro ambiente. Mentre la paura di un’era glaciale è stata abbandonata, il dibattito sul clima ha aperto la strada a una consapevolezza più profonda riguardo alle sfide che il nostro pianeta deve affrontare.