Il Museo Egizio di Torino celebra nel 2024 un’importante pietra miliare: il suo bicentenario. Questa istituzione non è solo una delle più antiche d’Italia, ma è anche ancor più antica dell’Egitto moderno, essendo stata fondata prima dell’unificazione italiana e dell’apertura del Museo Egizio del Cairo.
La storia del museo inizia nel 1630 con l’arrivo della Mensa Isiaca, un reperto che ha acceso l’interesse verso l’Antico Egitto. Durante il regno di Carlo Felice, la collezione ha subito un notevole ampliamento grazie all’acquisto dei reperti del console Bernardino Drovetti, che ha portato a Torino oltre 5.000 oggetti, tra cui statue, papiri e mummie. Tra questi, il famoso “Papiro dei Re”, che ha fornito a Jean-François Champollion i materiali necessari per decifrare i geroglifici, segnando una svolta cruciale per l’egittologia.
Nel corso degli anni, il museo ha continuato a espandersi, con significative aggiunte derivanti dalle spedizioni archeologiche di Ernesto Schiaparelli nei primi del Novecento. Attualmente, la collezione supera i 30.000 reperti, inclusi alcuni dei tesori più pregiati al mondo. Tra le acquisizioni di rilievo, spicca il piccolo tempio di Ellesija, donato dall’Egitto come riconoscimento per l’impegno italiano nella protezione dei monumenti nubiani negli anni ’60.
Il Museo Egizio di Torino non è solo un luogo di conservazione, ma un vero e proprio custode della storia egizia, con un futuro promettente, arricchito da continue scoperte archeologiche che ne garantiscono un’importanza sempre crescente nel panorama culturale internazionale.