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Valeria Marini chiamata a testimoniare in aula, racconta il danno alla madre dopo la presunta truffa

Durante il processo a Roma contro Giuseppe Milazzo Adreani, Valeria Marini ha preso la parola in aula, visibilmente emozionata e quasi in lacrime. La showgirl ha raccontato la difficile situazione che ha colpito sua madre, Gianna Orrù, a seguito di una presunta truffa che le ha fatto perdere oltre 350 mila euro investiti in bitcoin. Secondo la testimonianza di Valeria, il produttore cinematografico avrebbe convinto Gianna a effettuare questo investimento tra il 2018 e il 2019, proponendole anche di lavorare insieme a un cortometraggio dal titolo “L’Ultimo applauso”.

Marini ha descritto come il raggiro abbia avuto un impatto devastante sulla vita della madre, tanto che, a causa delle perdite economiche, Gianna si è trovata in una situazione di estrema difficoltà, tanto da non riuscire nemmeno a pagare l’affitto. Valeria ha sottolineato che la madre, orgogliosa e di “onore”, si è sentita profondamente umiliata dalla situazione, tanto da rifiutarsi di aprirle la porta di casa.

La testimonianza ha rivelato che Gianna aveva contattato Milazzo per chiedere modifiche al cortometraggio dopo averlo visionato, ma il produttore avrebbe mantenuto un atteggiamento ossequioso nei suoi confronti. Valeria, ignara delle reali intenzioni di Milazzo, ha appreso solo in seguito della somma ingente che la madre aveva investito, notando un cambiamento nel suo stato d’animo. “Inizialmente pensavo avesse problemi di salute”, ha spiegato Marini, aggiungendo che la madre sperava di riottenere il denaro per una questione di “onore”.

Dopo aver compreso la gravità della situazione, Valeria ha deciso di intervenire, offrendole la sua casa e coinvolgendo un investigatore privato per fare luce sulla vicenda. In aula, la showgirl ha anche accennato alla figura di Andrea Inturri, un presunto trader finanziario menzionato da Milazzo, che però non sarebbe mai esistito. Secondo Marini, questa sarebbe stata una strategia per far apparire il produttore come una vittima a sua volta.

La testimonianza di Valeria è stata cruciale nel delineare la sofferenza della madre e le manovre di Milazzo, il quale aveva contattato anche altre persone coinvolte nel progetto senza mai dichiarare di essere un intermediario finanziario. Nonostante le segnalazioni iniziali, il gip aveva archiviato il procedimento per mancanza di prove certe sulla condotta di Milazzo, lasciando la vicenda aperta e senza una risoluzione definitiva.

Il processo continua a tenere l’attenzione su un caso che mette in luce la vulnerabilità delle persone nei confronti di truffe e manovre ingannevoli, lasciando in sospeso le sorti di Gianna Orrù e il suo desiderio di giustizia.

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