All’interno dell’aula del Senato sono stati celebrati i Cento anni della Radio in Italia. La festa dedicata alla Radio, voluta su iniziativa del Presidente Ignazio La Russa, è andata in onda su Rai1 a cura di Rai Parlamento, e su Rai Radio 1, con la conduzione di Carlo Conti, la partecipazione di Renzo Arbore, Umberto Broccoli e Andrea Delogu. Con la presenza in Aula figure istituzionali, vertici del servizio pubblico radiotelevisivo e alcuni rappresentanti delle maggiori emittenti radiofoniche private. Seduta sullo scranno del padre ha preso parte Elettra Marconi, figlia del senatore del Regno d’Italia Guglielmo Marconi, inventore della Radio. Che Conti ha ringraziato “Se non avesse inventato la radio io e tanti amici presenti non saremmo stati qua. La sua genialità ci ha permesso di comunicare a distanza” e nel raccontare l’inizio della sua carriera alla radio ha ricordato anche “andavo a scuola con il transistor arancione e verso l’una ascoltavo di nascosto Arbore e Boncompagni”.
Nel corso della celebrazione sono stati rievocati alcuni momenti e annunci storici, emozionanti e significativi appartenenti al vissuto della nostra Nazione e soprattutto, grazie al contributo del Museo della Radio e della Televisione Rai di Torino e di Radio Rai, è stato diffuso il primo annuncio risalente al 6 ottobre 1924. Inoltre sono state trasmesse anche le sigle di celebri programmi condotti da Arbore come la sigla di Bandiera Gialla del 1965 fino a quella di Alto gradimento. “Ascoltavo le radio di tutto il mondo” ha raccontato Arbore accolto dai presenti con fragorosi applausi “Il mio ascolto della radio è antichissimo. La prima volta che ho portato la radio in braccio avevo sei anni, mi trovavo a Francavilla al Mare ed era l’8 settembre del ’43 e ricordo vagamente tutti che dicevano ‘è finita la guerrà. Era un grande tripudio. Ho ascoltato questa scatola magica straordinaria che ci ha rallegrato moltissimo”.
Il celebre conduttore è ritornato indietro fino ai tempi in cui da giovane a Foggia “in tutte le case basse e in quelle che stavano ricostruendo c’erano le radio antiche al massimo del volume. Sentivo queste trasmissioni straordinarie. L’epopea della radio era fortissima. L’ho ascoltata molto: c’erano voci indimenticabili incominciando da Sergio Zavoli, da quelli che hanno inventato Tutto il calcio minuto per minuto, c’era Corrado che era ancora un annunciatore”. Arbore ha poi dichiarato parlando sempre della radio “Era una grande consolatrice perchè, quando la sentivo, in Italia c’era il dopoguerra. Al cinema c’erano film tristissimi e l’unica consolazione era la radio che trasmetteva perfino delle canzoni stupidissime che piacevano a noi bambini, cantate dai grandi cantanti di allora. Il grande merito è che anche quelli che hanno ricostruito il nostro paese in quegli anni hanno sentito molto la radio e sono stati confortati dall’ascolto di questa scatola magica”.
Il Presidente La Russa, che ha consegnato ad Arbore una campanella, tornando indietro nel tempo, ha raccontato un episodio personale rispetto alla radio “Nel 1975-1976 arrivarono le radio libere, la prima radio libera politica fu Radio Popolare, di sinistra, e mi indignai moltissimo e immediatamente nel settembre del ’76 feci partire Radio University. La prima radio di destra in Italia, antesignana delle radio che non facevano solo musica. Cercammo di utilizzare la radio libera per una incredibile e cattivissima propaganda politica”.
Fino a domenica 6 ottobre, inoltre, proprio nella sala di Palazzo Madama intitolata a Guglielmo Marconi, resteranno esposti documenti d’archivio e apparecchiature tecniche di un secolo fa, come il microfono a bobina magnetica utilizzato per il primo annuncio radiofonico e il carillon della radio, databile 1936, che veniva utilizzato come stacco tra i programmi riproducendo il canto di un uccellino.
foto: ufficio stampa Senato
(ITALPRESS).