Ogni anno, negli Stati Uniti, si verificano in media solo 16 attacchi da parte degli squali contro gli esseri umani, un numero sorprendentemente basso considerando la loro fama. Tuttavia, questo non impedisce che ogni nuovo attacco scateni il panico. Recentemente, al largo della Florida, due attacchi separati da parte di squali leuca hanno ferito tre bagnanti, alimentando la preoccupazione pubblica.
L’avvistamento contemporaneo di alcune orche nelle stesse acque ha fatto ipotizzare che gli squali potessero essere stati spaventati e spinti verso la costa da questi mammiferi marini. Tuttavia, secondo gli esperti statunitensi, la vera causa di questi attacchi non è da attribuire alle orche, bensì al cambiamento climatico.
Il caldo eccezionale e la siccità che hanno colpito la Florida recentemente hanno ridotto il flusso dei fiumi nelle acque costiere, aumentandone la salinità. Questo cambiamento ambientale ha provocato un incremento del plancton e dei pesci che lo consumano, creando una sorta di “fast food” naturale che ha attirato gli squali leuca verso le zone costiere densamente popolate e turistiche.
In altre parole, gli squali non sono stati spinti dalla presenza delle orche, ma dal desiderio di approfittare delle abbondanti risorse alimentari nelle acque costiere alterate dalle condizioni climatiche. Questo fenomeno illustra un circolo vizioso che coinvolge l’intera catena alimentare marina.
L’incremento degli avvistamenti di orche è invece collegato all’aumento dell’ecoturismo locale e all’attenzione mediatica, piuttosto che a una variazione significativa nella loro presenza storica. Questi mammiferi marini sono stati sempre presenti, ma sono stati notati di più grazie alla maggiore sensibilizzazione e alla diffusione delle informazioni.
In sintesi, mentre il mito delle orche che spaventano gli squali potrebbe avere un fascino cinematografico, la realtà scientifica ci offre una comprensione più dettagliata e basata sui dati di cosa sta realmente spingendo gli squali verso le coste della Florida.