In un incredibile colpo di fortuna archeologica, un team di ricercatori ha recentemente ritrovato quello che è stato dichiarato il vino più antico del mondo all’interno di una tomba sepolta nella roccia in Spagna. Questa scoperta straordinaria ha superato il precedente primato detenuto da un vino rinvenuto a Spira, in Germania, nel 1867. Ciò che rende questa scoperta ancora più unica è il fatto che il sepolcro che ospitava il vino era completamente sconosciuto prima del ritrovamento.
Il sito del ritrovamento si trova nel comune andaluso di Carmona, nella provincia di Siviglia, dove una famiglia che eseguiva dei lavori strutturali alla propria abitazione ha scoperto casualmente una struttura sotterranea apparentemente modificata dall’uomo. Riconoscendo l’importanza del ritrovamento, i proprietari hanno prontamente avvisato le autorità archeologiche locali, che hanno immediatamente iniziato una complessa operazione di scavo.
Gli archeologi, supportati da storici e esperti dell’Università di Córdoba, hanno confermato rapidamente che si trattava di una tomba antichissima, scoprendo presto una serie di oggetti e suppellettili, tra cui un’urna contenente un misterioso liquido.
Una volta portati in laboratorio, i ricercatori hanno aperto l’urna, originariamente creduta contenente ceneri umane, per rivelare un liquido bruno-rossastro che ha subito sollevato l’ipotesi di essere un vino. Analisi approfondite, comprese quelle dei biomarcatori chimici, hanno confermato che il liquido era effettivamente un vino antico, con sette polifenoli tipici dei vini prodotti nella regione dell’Andalusia.
Ciò che ha sorpreso gli studiosi è stata la scoperta che il vino, originariamente bianco, è stato conservato in condizioni straordinarie per millenni, nonostante sia stato in contatto con i resti cremati di un antico romano. Tuttavia, nonostante la sua autenticità, il vino non è adatto al consumo a causa della sua torbidità dovuta ai resti ossei presenti.
L’importanza di questa scoperta non è solo nel valore storico e archeologico, ma anche nell’apertura di nuove prospettive per la ricerca sul vino e sulla cultura romana antica. Questo rinvenimento è solo uno dei tanti esempi di come la storia, anche attraverso un bicchiere di vino, possa ancora sorprenderci e raccontarci storie del nostro passato millenario.