Domenico Modugno, 30 anni fa la scomparsa di “Mister Volare”

Trent’anni fa la morte di Domenico Modugno, scomparso nel 1994 nella sua casa di Lampedusa a soli 66 anni a causa di un infarto, arrivato a dieci anni di distanza dall’ictus che lo aveva colpito durante la registrazione del programma che conduceva su Canale 5, “La luna nel pozzo”. Per celebrare l’anniversario sono già usciti un disco, “Come in un sogno di mezza estate”, che racchiude i suoi successi (incluse le versioni spagnole di alcuni dei suoi brani più celebri) e un libro, “Mister Volare”, scritto da Giancarlo Governi e Leoncarlo Settimelli (Ed. Vallecchi). Del resto, parlare di Modugno, ma soprattutto farlo conoscere ai più giovani, è quasi un dovere per un personaggio come lui, considerato uno dei padri della musica leggera italiana, con canzoni (ne ha scritte e incise circa 230) tradotte e cantate in oltre 150 Paesi del mondo.
Modugno era nato a Polignano a Mare (Bari) il 9 gennaio 1928 ma per molti anni si è creduto che fosse siciliano a causa di un’errata interpretazione del dialetto salentino e lui stesso aveva dato credito a questa diceria per motivi di immagine. Nel corso della sua carriera ha scritto canzoni, le ha cantate, ha interpretato una quarantina di film per il cinema e per la televisione (tra i tanti, “Appuntamento a Ischia”, “Piange… il telefono”, “Il maestro di violino” e “Scaramouche”), ha recitato in teatro e condotto alcuni programmi televisivi ma il suo nome è e rimarrà per sempre legato a “Nel blu dipinto di blu”, più nota come “Volare”, la canzone che scrisse (con Franco Migliacci) e con cui vinse il Festival di Sanremo nel 1958; e, anche, il brano che ha cambiato il corso della musica italiana e una delle canzoni italiane più conosciute nel mondo. Tra i tanti che l’hanno eseguita ci sono Louis Armstrong, Ray Charles, Frank Sinatra, Luciano Pavarotti, Paul McCartney e Dean Martin.
Dicevamo dell’ictus: fu quello a interrompere bruscamente la sua carriera dando però contemporaneamente inizio al nuovo impegno politico e civile che lo vide, tra l’altri, eletto nelle file del Partito Radicale e impegnato sui temi dei diritti delle persone disabili e dei malati rinchiusi nell’ospedale psichiatrico di Agrigento che riuscì a far chiudere.
La sua ultima apparizione in televisione, provato e quasi irriconoscibile per la barba bianca, risale al 1993 quando presentò a “Domenica in” la sua ultima canzone, “Delfini (Sai che c’è)”, incisa con il figlio Massimo.
-foto Agenzia Fotogramma-
(ITALPRESS).