Le ricerche dimostrano che esprimere parolacce può effettivamente ridurre la percezione del dolore grazie alla sua capacità di attivare l’amigdala nel cervello, rilasciando oppioidi che agiscono come antidolorifici. Questo fenomeno è stato studiato da psicologi come Richard Stephens, il cui lavoro ha evidenziato che le imprecazioni possono aumentare la tolleranza al dolore. Tuttavia, l’efficacia di questo meccanismo può diminuire con un uso frequente, poiché il corpo tende ad abituarsi all’effetto.
Secondo Steven Pinker e altri studiosi, imprecare ad alta voce coinvolge aree profonde del cervello legate alle emozioni, come il sistema limbico e i gangli della base. Questo potrebbe spiegare perché le parolacce hanno un impatto significativo sulla nostra percezione del dolore, inducendo anche una risposta fisiologica di tipo “attacco o fuga” che porta al rilascio di sostanze antidolorifiche naturali.
Dalla prospettiva psicologica, le parolacce potrebbero agire anche distrarre la mente dal dolore o aumentare l’aggressività, influenzando così la nostra capacità di sopportarlo. Tuttavia, come per qualsiasi meccanismo di risposta corporea, l’uso eccessivo delle imprecazioni può ridurne l’efficacia nel tempo, creando un fenomeno di abituazione.
In sintesi, anche se le parolacce possono offrire un sollievo immediato in situazioni di dolore o stress, è consigliabile utilizzarle con moderazione per preservarne l’effetto benefico nel lungo termine.