Gerocarne (VV) | Lo studio di Franco Luzza sul Monastero di San Pietro Spina di Ciano riporta alla luce la storia di un luogo, il punto di partenza per progetti di sviluppo del territorio.
Siamo, a volte inconsapevolmente, un popolo che affonda le radici della propria identità in una terra depositaria di un immenso patrimonio culturale che a volte neanche conosciamo. Arte, archeologia, storia e tradizioni rappresentano una testimonianza viva di come la Calabria abbia rappresentato nel tempo un importante crocevia di testimonianze diverse, che, attraverso i secoli, hanno plasmato una identità culturale, spesso legata alla religione. Questo avviene soprattutto nell’entroterra dove, in particolare nel periodo bizantino e normanno, il territorio vibonese pullulava di monasteri e conventi che erano veicolo e scrigno di cultura e progresso economico.
Lo studioso Franco Luzza lo evidenzia con il suo lavoro “Sulle orme di S. Pietro Spina di Ciano nella Calabria Bizantino-Normanna” che racconta di una significativa presenza monastica il cui ricordo rischiava di essere dimenticato. Del suo libro se n’è parlato a Gerocarne, con la partecipazione di storici e studiosi. L’incontro grazie alla presenza del commissario del Parco delle Serre, Alfonso Grillo, e del presidente del GAL Terre Vibonesi, Vitaliano Papillo, ha aperto scenari nuovi individuando queste realtà storiche quali importanti risorse economiche da valorizzare ed utilizzare per dare nuovo slancio allo sviluppo del territorio. La cultura diventa così parte integrante del processo di crescita sociale ed economica di un Paese e di un’intera regione.