Secondo il report dell’Osservatorio sulle comunicazioni 2/2023, il valore complessivo delle aree economiche di interesse dell’Autorità per la garanzia nelle comunicazioni (comunicazioni elettroniche, televisione in chiaro e a pagamento, radio, editoria quotidiana e periodica, pubblicità online, servizi di corrispondenza e consegna pacchi) è valutabile, nel 2022, in 52,1 miliardi di euro, in flessione su base annua dello 0,7% e del 2,1% con riferimento al quinquennio che va 2018 al 2022.
La variazione complessiva è relativamente contenuta (-350 milioni su base annua, -1,1 miliardi verso il 2018), ma guardando ai singoli settori si osservano dinamiche assai differenziate.
Giù i ricavi tv, la Radio tiene e la pubblicità on line “esplode”.
Seguendo una tendenza già marcata nella Relazione Annuale 2023 di Agcom, “i ricavi della televisione flettono, tra il 2018 ed il 2022, di 360 milioni di euro (complessivamente passano da 8,34 a 7,98 miliardi di euro), ma senza l’apporto dei servizi a pagamento via web, largamente rappresentati dalle offerte di contenuti video delle diverse piattaforme presenti sul mercato, la riduzione sarebbe nell’ordine di 1,5 miliardi di euro”. Le risorse della radio “non mostrano mutamenti significativi (600 milioni nel 2022), mentre quelle dell’editoria quotidiana e periodica si sono ridotte, nel periodo 2018-2022, di circa 1 miliardo di euro (da 3,77 a 2,76 miliardi di euro, -26,7%)”. Allo stesso tempo, “il valore della pubblicità online è cresciuto del 93%, passando da circa 3 miliardi di euro stimati per il 2018 ai quasi 5,9 miliardi di euro del 2022, con la componente ascrivibile alle sole piattaforme stimabile nel 2022 in circa 5 miliardi di euro”.